Cappiello rivelato

Comunicato stampa dell’Associazione ” Archivi e Eventi”

L’ha annunciato senza mezzi termini sull’account personale e sulle piattaforme social dei principali Gruppi pubblici di Storia dell’Arte italiani, Francesca Cagianelli, Presidente dell’Associazione Archivi e Eventi, che ora regala alla città di Livorno questa epocale scoperta su Leonetto Cappiello. Una scoperta che arriva a distanza di 4 anni dalla stesura della monografia da lei dedicata a Cappiello, la prima e l’unica in assoluto in Italia, ricca di opere e di documenti inediti riportati alla luce dall’archivio dell’artista.Una scoperta che arricchisce la storia dell’arte non solo cittadina, ma mondiale, proprio perché relativa a una delle icone dell’arte livornese, eppure di risonanza internazionale.

Ecco dunque la dichiarazione di Francesca Cagianelli, diffusa sui principali social nazionali:

“Ritengo che nel 2020 gli storici dell’arte debbano tutelare la loro attività scientifica avvalendosi dell’innovazione tecnologica e utilizzando le piattaforme dei social. A maggior ragione quando si tratta di una vera e propria scoperta come quella che ho l’orgoglio di comunicare al pubblico con questo video: l’icona livornese di Leonetto Cappiello, Stagione balneare del 1901, da sempre rivendicata dalla storiografia critica come una riedizione nostrana dell’immaginario lautreciano, è in realtà debitrice a un manifesto di Charles Herbert Woodbury, The July century, firmato nel 1896 per Les Maitres de l’Affiche.”

Artista decisamente poco noto rispetto ai padri dell’affichistica internazionale, Woodbury si fregia infatti della collaborazione con la rivista illustrata “Les Maitres de l’Affiche” ideata da Jules Cheret.

E se Cappiello dovette senz’altro scoprirla sulle pagine di questa sorta di bibbia dell’editoria illustrata parigina, è d’obbligo ricordare l’amicizia di Woodbury con il ritrattista americano John Singer Sargent, le cui sorti si intrecciano senz’altro con la stagione creativa di Leonetto Cappiello.

Segnaliamo a tale proposito che sulla pagina facebook #Szecesszió art correttamente nel post condiviso il 7 luglio 2013 con la pagina #i 1000 quadri più belli di tutti i tempi, si cita correttamente come riferimento iconografico per la “Stagione balneare” di Cappiello il filone compreso tra “Carnation, Lily, Lily, Rose”, di Sargent del 1886 e “The Lanterns” di C.C. Curran del 1913.

Ma è assolutamente indiscutibile, innegabile, anzi sorprendentemente evidente, la rielaborazione da parte di Cappiello dell’idea compositiva di Woodbury, in virtù di un procedimento creativo che passa attraverso la semplificazione dell’impaginato e la centralità dell’immagine femminile.

Laddove l’americano mette in scena un consesso di pubblico in secondo piano che volge le spalle allo spettatore, Cappiello proietta in primo piano la spavalda eroina Belle Epoque che si muove ritmicamente sfidando lo spettatore, mentre il colonnato effimero inserito da Woodbury a scandire la scena viene sostituito dal livornese con la balconata degli stabilimenti balneari appena emergente dal vestito svolazzante della figura femminile.VMa quello che rende vincente e assolutamente originale la rielaborazione grafica di Cappiello è l’ironia del lettering, visto che le rificolone di Woodbury, disposte con ritmo di festa ma restituite con efficace naturalismo cedono il posto all’invenzione cappiellesca delle lampadine scandite dalle singole vocali del messaggio pubblicitario.

Si scende quindi addentro al segreto creativo di Leonetto Cappiello, ma si percepisce anche l’ampiezza della sollecitazione visiva che il livornese subì in ambito parigino grazie alla suggestione dell’editoria illustrata: una scoperta che cambia la storia di Cappiello, ma soprattutto diventa un monito per gli storici dell’arte ad abbandonare percorsi esegetici desueti e inoltrarsi in una sorta d’ investigazione senza sosta che sola può restituirci la complessità del fare artistico.