In nome della Costituzione
di Roberto Olivato
Il generale di Divisione dell’Esercito Roberto Vannacci è stato destituito dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze a causa della pubblicazione di un suo libro ” Il mondo al contrario “ in cui attacca quella che lui definisce la dittatura delle minoranze che identifica in: Lgbtq+, femministe e clandestini, ma anche gli ambientalisti che non capiscono che “i cambiamenti climatici ci sono sempre stati”.
La destituzione ad opera del ministro della difesa Guido Crosetto è stata immediata prendendo in esame l’Art. 1472 del Codice dell’Ordinamento Militare che stabilisce : i militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio per i quali deve essere ottenuta l’autorizzazione
Stando al suddetto articolo non si ravvede però alcuna dissonanza fra il testo del libro e quanto enunciato nell’articolo 1472, quindi più che un caso disciplinare appare, anzi é, un casus belli solo di polemica o di discussione politica e la rimozione del Gen. Vannacci anziché il ritiro del libro che, con la pubblicità creata dal caso, vedrà sicuramente numerose vendite, la dice lunga sulla motivazione politica della destituzione..
Esprimere le proprie opinioni è sancito dall’art. 21 della Costituzione italiana: “ Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
In una società in cui i valori etici e morali sono quotidianamente calpestati e stravolti, appare strano se non assurdo che per mantenere ben saldi e difendere i pilastri su cui è nata e si é sviluppata la nostra società, si possa essere censurati per esprimere le proprie legittime opinioni, come avveniva ai tempi del ventennio.
Se facciamo un esame di coscienza chissà quanti di noi condividono il pensiero del Gen. Vannacci, ma per opportunismo o per ipocrisia non si pronunciano.