Libera, dagli slogan

 

di Roberto Olivato

“Una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”. L’appello arriva da Piazza Immacolata a Roma e in particolare da don Luigi Ciotti un invito, per oggi sabato 7 luglio, ad indossare un indumento di colore rosso per manifestare solidarietà ai migranti, a chi fugge dalla guerra e dalla miseria, ai bambini morti sui barconi. L’ appello oltre ad arrivare da Libera e dal Gruppo Abele, presiedute da Don Ciotti, è sostenuto anche da Arci, Anpi e Legambiente. Peccato che don Ciotti non usi nessun tipo di maglietta per le migliaia di aborti che annualmente vengono perpetrati nel nostro Paese e qui significative furono le parole che il vescovo di Patti, città metropolitana di Messina, ebbe modo di dire dalle pagine del settimanale ItaliaOggi nel 2016 “ lo sento parlare poco dell’aborto e se lo ricordi- rivolgendosi a don Ciotti- non scattano i battimani, vieni ritenuto vecchio e medioevale o scarsamente sociale. Spesso facciamo una morale a senso unico che segue quanto piace o quanto il mondo vuole sentirsi dire”. Mai come oggi queste parole calzano a pennello circa le magliette rosse che il presidente di Libera ha voluto per ricordare i bambini profughi morti in mare, nei confronti dei quali è rivolto tutto il nostro rispetto e rammarico per le loro giovani vite spezzate però, come ricordava il vescovo di Patti, non bisogna cavalcare l’emotività del momento ma l’impegno, specie quello di un sacerdote, dovrebbe essere a 360 gradi a difesa della vita umana sempre e comunque. Don Ciotti dimostra la sua incoerenza non solo nel non aver mai preso posizione contro l’aborto, ma anche in questa sua ultima crociata dove, alla domanda (apparsa sul sito libera.it) “Gli slogan usati dal ministro Salvini che sembrano aver fatto breccia sono “Stop invasione”, “Aiutiamoli a casa loro”, “Prima gli italiani”. Come replicherebbe a queste affermazioni? “Con gli slogan non si ragiona e nemmeno si può discutere- risponde don Ciotti, sono semplificazioni che riducono o manipolano la realtà, facendone vedere solo un aspetto. Penso che chi ha responsabilità politiche dovrebbe ragionare e aiutare a ragionare, soprattutto quando si parla di problemi che toccano la vita di milioni di persone”. Appunto caro don Ciotti, l’ha detto lei: “con gli slogan non si ragiona e nemmeno si può discutere”.