Oggi Festa del Papà, alla faccia della direttrice
di Roberto Olivato
Oggi 19 marzo è la Festa del Papà. Una festa che secondo alcuni ha origine da venti o trent’anni, in realtà nei paesi cattolici, i papà vengono celebrati fin dal Medioevo il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù, ma secondo un’antica tradizione, il culto si sviluppò fin dal V secolo in certi monasteri egiziani dove la sua festa fu fissata al 20 luglio e che rimane tuttora nel calendario egizio.
Il culto di San Giuseppe si diffuse almeno dal VI secolo. La sua festa del 19 marzo appare per la prima volta nell’anno 800 in cui è chiamato Ioseph sponsus Mariae (“Giuseppe sposo di Maria”).
Nei Paesi anglosassoni, la festa si tiene la terza domenica di giugno; in altri Paesi la data della festa del papà segue invece tradizioni locali.
In altri Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria ed in Thailandia, dove coincide con il compleanno del defunto sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.
Nonostante questo retaggio storico di festeggiamenti in onore dei papà, Barbara Caterini, direttrice di una scuola dell’infanzia di Viareggio si è permessa settimana scorsa, per poi tornare in parte sui propri passi, di negare qualsiasi forma di lavoretti dei bambini per la festa del papà perché secondo lei: «discriminatorio nei confronti di chi non ha un padre», non considerando allo stesso tempo che tale divieto diventava discriminatorio nei confronti di chi un papà ce l’ha.
E’ invece lapalissiano il pensiero ed il messaggio politico che la direttrice ha voluto lanciare a difesa di coppie LGBT, fra le quali sinceramente è difficile se non impossibile identificare non solo il padre, ma nemmeno la madre, per cui ci attendiamo dalla solerte direttrice, anche l’abolizione della festa della mamma per chi mamma non é, e perché no, magari anche quella della donna per chi donna non é.