Ora il “do ut des”

 

di Roberto Olivato

Dopo anni di governi imposti d’autorità, finalmente domenica scorsa il popolo italiano ha potuto tornare ad essere protagonista nella scelta dei propri parlamentari. Tutti i segnali sembravano indicare un cambio di rotta, verso l’astensionismo che da anni imperversava nei seggi di ogni angolo dello Stivale e così è stato. Era così tanta la voglia di poter esprimere il proprio voto, dopo anni di astinenza, che in alcuni seggi gli elettori sono stati in coda per ore in attesa di entrare in cabina. Era senz’altro un altro film rispetto a quello a cui eravamo stati abituati nelle chiamate elettorali di questi ultimi anni. Finalmente la democrazia emergeva dall’asfittica stagnazione, in cui l’avevano fatta ricadere tutti i Partiti dei “nominati “, a cui vennero tirate le orecchie dalla Corte Costituzionale che ritenne incostituzionale il Porcellum. La mente spumeggiante dei nostri politici inventò pertanto il Rosatellum, che con i collegi uninominali ha in parte posto rimedio allo scippo del voto di preferenza, mantenendo però col proporzionale il diktat dei Partiti sui candidati. Speranzosi siamo tutti corsi ai seggi convinti di riuscire a vedere uomini e donne “nostri e nostre” avere una maggioranza tale da poter governare. Purtroppo niente di tutto questo si é avverato, anzi possiamo dire che é tutto più ingarbugliato di prima e la situazione di stallo in cui sono impantanati Centrodestra e 5Stelle e lì a dimostrarlo. Cosa succederà ora é impossibile dirlo, con un Pd scomparso dalla scena politica i cui pochi parlamentari, parole di Renzi, non faranno da scialuppa di salvataggio a nessuna delle due formazioni, é impossibile trovare la quadra del cerchio. Molto probabilmente i contatti fra i vari Partititi sono già in corso, anche perché a breve dovrà essere eletto il presidente del Senato e quindi il “do ut des”  è già in attività alla ricerca di una maggioranza che ad oggi appare impossibile, ma in politica mai dire mai. Ne abbiamo già viste di tutti i colori, anche se il ritorno alle urne sembra essere obbligato.