Prosit all’incertezza
di Roberto Olivato
Dopo tre mesi di campagna elettorale intensa e dopo aver assistito al proliferare di una miriade di nuovi partitini, alla faccia della decantata riduzione di simboli di cui da anni sentiamo parlare, ma senza alcun risultato, ecco che siamo giunti alla fine della tornata elettorale con esiti mai così incerti, a causa di una legge elettorale, che nonostante il recupero di una buona percentuale di astensionisti, a cui tutti i leader nazionali si sono rivolti, non è riuscita a stabilire chi sia il vincitore di queste politiche. Senz’altro non era cominciato col piede giusto il nuovo sistema elettorale: ben 200000 schede errate a Palermo, sbagliati i nomi di candidati in un seggio di Roma, code in tutti i seggi a causa del rallentamento del voto, dovuto alla perdita di tempo per il distacco del bollino. Come se tutto questo non bastasse, sembra profilarsi il sospetto della compravendita di voti in alcune sezioni estere. Oggi 5 marzo, ad oltre ventiquattro ore dall’apertura dei seggi è ben chiaro che non vi sia un vincitore e tanto meno se sia possibile mettere insieme qualche maggioranza degna di questo nome. Tutto questo caos è frutto del Rosatellum, apparentemente il nome di un buon vino, ma che d’ inebriante ha dimostrato di avere solo la certezza dell’incertezza del risultato elettorale. Forse un quadro definitivo lo si avrà verso il tardo pomeriggio quando arriveranno tutti i dati definitivi. Nell’attesa alziamo il calice e prosit, col Rosatellum s’intende.