S. Messa funebre in Cattedrale

Tantissima folla in Cattedrale ai funerali della famiglia Ramacciotti. Il vescovo Simone Giusti chiede meno burocrazia e piani di evacuazione nelle zone a rischio esondazioni.

“Una  domanda prende il cuore,perché Filippo, Glenda, Simone e Roberto portati via prima del tempo ?” Ha esordito il vescovo Simone Giusti nell’omelia di questo pomeriggio, nel corso della Messa funebre in Cattedrale, interdetta a telecamere e fotografi, per le vittime della famiglia Ramacciotti, dopo aver portato la solidarietà di papa Francesco che nell’udienza di

oggi ha ricordato le vittime livornesi e la nostra città. “In un attimo il Rio Maggiore ha ucciso- ha proseguito Giusti -un torrente innocuo per anni indolente nel suo peregrinare dal monte al mare, amico di sempre talmente insignificante che ci si era scordati di lui é divenuto vicino, terribile e mortale dove tutti vengono risucchiati dalla melma e fango assassini . Pioggia torrenziale e torrente sono colpevoli ? Ciò non doveva succedere, l’invaso e stato costruito proprio li perché sembrava impossibile che potesse esondare a poche centinaia di metri dal suo arrivo al mare, mai e poi mai ci si sarebbe aspettati  a due passi dal mare . Tutto sembrava impossibile”. Poi monsignor Giusti ha puntato il dito anche verso possibili responsabilità “  L’uomo crede di poter prevedere tutto e sovente si trova davanti all’imprevedibile e tutto ciò non è privo di conseguenze . La protervia umana deve cedere il passo all’umiltà, predisponendo  piani di evacuazione nelle zone a rischio esondazioni , ma la burocrazia con leggi inerziali non cede passo a pronti assetti del territorio e pertanto potremo presto rivedere un’ altra alba piangente come quella del 10 settembre ”. Le prole del prelato sono poi tornate a parlare delle vittime “ La morte, che ha portato via Filippo, Simone, Glenda e Roberto, è un evento naturale accettare con rassegnazione quando uno muore a cent’anni, ma  è solo bestiale cattiva e assurda quando avviene in questo modo. Dio non vuole la morte  perché lui ha creato l’universo e l’uomo e la donna,  ma non ha creato la morte. La morte è un’invenzione bestiale ma non é di Dio. Dio tiene in vita ! In ognuno di noi c’è una grande voglia di vivere bene, non siamo mai sazi di amore, letizia e libertà. Viviamo di affetti. La casa sarà rimessa su, ma come faccio a rimettere piede senza i miei cari? Come amavo ierI, sabato e oggi i miei cari li amerò per sempre anche se non ci sono più, perché la morte porta solo via il corpo ma non il ricordo in cui è sempre vivo l’amore. Nell’amore tutto vive, la morte porta silenzio. L’amore è un’energia reale e invisibile e percepisce vivo ciò che è morto”. Queste le parole del sindaco Filippo Nogarin :  “Abbiamo una primissima stima dei danni causati dall’alluvione al patrimonio comunale- scrive il primo cittadino – Tra strade, ponti, scuole, giardini, fognature, semafori e impianti siamo già a 3,78 milioni di euro. Un dato in costante aggiornamento e che non tiene conto ovviamente del lavoro della Protezione civile comunale e delle opere di messa in sicurezza che hanno effettuato. Abbiamo redatto una scheda con queste prime stime e l’abbiamo inviata alla Regione che mercoledì 13 settembre produrrà una relazione che andrà ad integrare la richiesta di stato d’emergenza che sarà esaminata al più presto dal Consiglio dei Ministri. Un altro passo – conclude il sindaco – per rimettere in piedi la nostra città, che grazie all’impegno di tutti quanti, volontari e cittadini per primi, sta pian piano rialzando la testa”.

                                                                                                                                                                               Roberto Olivato