Un incomprensibile sciopero

 

di Roberto Olivato

Ieri sera ha avuto luogo l’annunciata fiaccolata in memoria di Nunzio Viola e Lorenzo Mazzoni, i due operai morti nell’esplosione di un serbatoio al Porto industriale. Alla testa del corteo di circa un migliaio di persone, il sindaco Filippo Nogarin col gonfalone della città listato a lutto, assessori, sindacalisti ed altre sigle di Partiti ed associazioni. Messaggi di cordoglio alle famiglie delle vittime sono giunti dal Presidente Mattarella e da altre Istituzioni. Le prime voci che trapelano dall’inchiesta in corso parlano, ma i forse sono d’obbligo, della possibilità dell’accensione di un cellulare che avrebbe fatto da innesto all’esplosione, ma come detto siamo nel campo delle supposizioni. Una tragedia che Fabrizio Zannotti, segretario generale della Cgil di Livorno ha così definito: ” ll cordoglio alle famiglie prima di tutto. Non è ammissibile nel 2018 andare al lavoro e non tornare a casa. Se si fa un conto siamo a cinque episodi di questa gravità nel territorio livornese negli ultimi cinque anni. Sulla sicurezza si fanno tanti convegni, ma passati questi non si riescono a mettere in campo le attenzioni necessarie: prima di tutto bisognerebbe tenere alla vita delle persone e dei lavoratori ”.  E’ vero che a volte tanti convegni e dibattiti non servono a nulla, come è anche vero che a nulla servono gli scioperi come quello di ieri, che per otto ore ha bloccato l’asfittica attività economica della nostra provincia. Forse sarebbe stato meglio lavorare e devolvere il controvalore di quelle otto ore ai famigliari delle due vittime. Quello sarebbe stato, più che tante chiacchiere, un sincero e concreto gesto di vicinanza al dolore dei parenti.  (foto ANSA)