A Collesalvetti Pizzanelli, l’artista del cuoio decorato

Collezionista e incisore Ferruccio Pizzanelli: dall’Esposizione Internazionale del Sempione alla Sala del Sogno con la passione Jugendstil. Sabato 18 Pinacoteca Collesalvetti

Proseguono gli appuntamenti organizzati da Francesca Cagianelli Conservatrice della Pinacoteca comunale Carlo Servolini di Collesalvetti e sabato 18 maggio 2019, ore 11.00 Fabrizio Pizzanelli, collezionista e incisore, proporrà in  conferenza un’altra personalità emblematica delle cosiddette “geografie del divisionismo”: il padre, artista pisano Ferruccio Pizzanelli (Pisa, 1879-1950) Esposizione Internazionale del Sempione alla Sala del Sogno con la passione Jugendstil. Stabilitosi anch’egli, dopo il prestigioso esordio in qualità di artista del Cuoio Decorato all’Esposizione Internazionale del Sempione del 1906, nella capitale lombarda, condivide con i colleghi labronici  Adriano Baracchini-Caputi e Benvenuto Benvenuti, la curiosità per i fermenti culturali e artistici della Milano primonovecentesca, dove riesce a imporre la sua scelta espressiva, fino a divenire Direttore della Società Milanese dei Cuoi Decorati. Collaboratore di Galileo Chini nella celeberrima Sala del Sogno della VII Internazionale di Venezia del 1907, Pizzanelli salì immediatamente sul podio delle arti applicate, al punto che i suoi raffinatissimi cuoi dal piglio Art Nouveau, costellati di “guerrieri medievali” e di “cavalcate antiche” guadagnarono il proscenio critico della prestigiosa rivista inglese “The Studio”, che nel 1911 ne registrava “l’interessante personalità” con riferimento ai manufatti
presentati all’ Esposizione Internazionale di Torino di quell’anno. Gli orizzonti del dominio del cuoio, dall’addobbo domestico al corredo personale, dai pannelli per mobili, fino alle “minute galanterie”, ovvero ai cofanetti, ai guanciali, ai cestini da lavoro, senza tralasciare addirittura le borsette da signora, assolutamente innovative quest’ultime in quanto esemplificative delle tendenze floreali dell’artista. “Sogno e sospiro” – prosegue Francesca Cagianelli nel suo comunicato- inducono dunque nell’osservatore emancipato all’alba del XX secolo, i misteriosi ritmi lineari e il tripudio della policromia dei cuoi pizzanelliani, rischiarati dal fulgore degli ori e dalla compattezza dei riflessi metallici, al punto da indurre Melani a evocare il delicato splendore delle nuances tratteggiate da James Abbott McNeill Whistler ( Alfredo Melani, 1911). Con il soggiorno torrelaghese ascrivibile tra il 1916 e il 1924 decolla la conversione pittorica sulla scia della moderna sensibilità luminosa diffusa nell’entourage versiliese, culminante nelle accensioni fauves di Lorenzo Viani e Moses Levy e nelle scenografiche divagazioni divisioniste di Plinio Nomellini .