Successo di una scrittrice livornese

 

di Rita Santuari

Per un’artista donna non è facile salire sul podio della notorietà, perchè verso il femminile esiste sempre quella punta di pregiudizio o d’imbarazzo a riconoscerne la superiorità di fronte al maschile. La storia ce lo racconta , basta fare un saltino indietro nel 1847 quando le 3 sorelle Bronte per paura di fallire con le loro pubblicazioni si dettero degli pseudonimi maschili , una di loro scrisse Cime Tempestose. Più vicine a noi  1960, Nelle Harper Lee che tolse il Nelle per sembrare un maschio e pubblicò Il Buio Oltre la Siepe , oppure Chaterine Nichols che ha spedito il suo libro a 50 editori ricevendo 2 sole risposte e col nome maschile 17. La famosa scrittrice britannica Joanne Rowling autrice dei fantasi di Harry Potter 2013 ha pubblicato un libro

poliziesco con lo pseudonimo di Robert Galbrait forse per paura del suo pubblico, avendo cambiato genere. Ho qui davanti a me, giusto per parlarne al femminile la scrittrice livornese Susy Giusti piuttosto conosciuta e diciamolo pure a voce alta ,una bella penna e come di prassi chiedo di parlarmi di lei, da dove sia nata questa sua voglia di raccontare . ” Ho iniziato da adolescente tenendo un quaderno, dove appuntavo tutto ciò che mi colpiva e mi emozionava e sul quale sfogavo anche le mie ansie di ragazzina. In quarta elementare scrissi una poesia in rima dal titolo “una scuola nella fantasia” e con orgoglio fu appesa nel corridoio della scuola per dei mesi. L’insegnante consigliò mia madre di lasciarmi coltivare questa mia passione.” Po ha proseguito. Ho letto dei racconti di quell’epoca, segnali del suo cammino letterario e ho letto pure le sue due pubblicazioni ,Il Predatore di Anime e Scrivimi , mi sono piaciuti moltissimo però pubblicati a nome di Susan Justin ,perché ? “

Non c’è un vero perché, così mi suonava meglio e poi c’è sempre una punta di strano pudore nell’ affermare che scrivi o fai poesia .” Mi faccia un breve accenno sul contenuto dei due libri pubblicati:  Scrivimi  è ambientato all’Isola D’Elba e narra di una donna che torna dopo molti anni per vendere la casa paterna e la storia si dilunga tra ricordi e problemi di vita, mentre il Predatore di Anime è un thriller fantasy che parte da un antico papiro che è stato strappato a metà ma c’è la ricerca dell’altra parte che porta i cooprotagonisti ad una corsa sfrenata per salvare l’umanità” Lei spazia con facilità dal romantico al thriller , alle storie attinenti alla realtà, da quali si senti più coinvolta ?. ” Sicuramente il thriller mi affascina di più ,fare ricerche, scovare assassini, sbrogliare intrighi minuziosamente e se fossi il regista ,sarei anche la mano dell’assassino ,anche se nella realtà sono una gran fifona.” In un racconto breve ,cimentandomi con brani di cantautori famosi prendo in prestito strofe, da un brano di Vasco Rossi ho scritto la storia di una madre assassina in prima persona ” Cosa tiene nel cassetto o per meglio dire nel computer ? ” Un nuovo thriller dal titolo  “Le Visioni dell’Indaco” , di cui è protagonista un bambino di 3 anni che disegna benissimo, ma questi riguardano solo immagini di omicidi nel preciso momento che vengono compiuti .E’ un bambino ” Indaco ” appunto, considerato tale dalla psicoterapeuta statunitense Nancye Anne Tapper, un bambino che ha poteri di chiaroveggenza.” Ha partecipato e vinto riconoscimenti importanti in alcuni concorsi letterari salendo sul podio. Critiche ed emozioni ? ” Emozioni si, perchè sapere che il tuo lavoro è stato apprezzato gratifica e poi è necessario andare avanti e cercare di migliorare e credere in noi stessi ” Prima parlavo di storie nel cassetto, che cosa c’è nella sua mente? “La mia mente è come un magazzino pieno di scatole ben ordinate sulle quali c’è scritto un titolo e dentro c’è una storia già scritta solo da integrare o modificare e mi piacerebbe pubblicare un’ antologia di racconti ” Penso che sia una cosa buona, la gente legge poco e forse il racconto breve è di facile lettura e non è impegnativo. Però ho scoperto una cosa deliziosa di questa nostra scrittice livornese, come artista ben s’intende, ma ve ne parleremo un’altra volta.