Un libro contro il Razzismo nel calcio

Presentato a Il Tirreno il libro “Un calcio al Razzismo. 20 lezioni contro l’odio”. Auspicato un programma educativo partendo dalle scuole 

di Monica Cuzzocrea

Nel salone de Il Tirreno domenica 1 dicembre, quando nei campi di calcio terminavano le partite, il giornalista-scrittore
Adam Smulevich presentava l’ultimo libro scritto a quattro mani con Massimo Castellani “Un calcio al Razzismo 20 lezioni contro l’odio” edizioni Giuntina. Un libro quanto mai provvidenziale in questo periodo che vede purtroppo perpetrarsi nei campi di calcio e non solo, insulti razzisti contro giocatori con pelle nera, insulti antisemiti se si vuole denigrare l’avversario, campagne d’odio sui social network. Benché ci sia la volontà di fermare tutto questo con severe condanne, vi è però da sottolineare che tutto ciò “non c’entra con il calcio ed il tifo”. Studiando la storia e leggendo le storie di questo libro, scopriamo invece che l’odio razzista e l’intolleranza hanno attraversato la vicenda del calcio e nelle venti storie tra passato e presente C’è infatti un filo che collega i maestri danubiani della Serie A epurati dal regime fascista – scrivono i due autori –agli ignobili attacchi rivolti contro campioni di colore come Kalidou Koulibaly e Romelu Lukaku, per citare alcuni casi recenti che hanno colpito l’opinione pubblica. È quello che cerca di spiegare questo libro, in un percorso che spazia da Giorgio Bassani che inseguiva una suggestione calcistica alle colte citazioni di Lilian Thuram, dal ruolo salvifico di questo sport per i reduci dei lager all’abominio di chi ai giorni nostri oltraggia in curva la memoria di Anne Frank o ulula all’indirizzo dell’avversario di turno, gli dà del ‘negro’ o dello ‘zingaro di merda “. Durante l’interessante dibattito col direttore de Il Tirreno Brancoli, con il capocronaca Guarducci e la Presidente dell’Associazione Bene’Behrit Ariela Cassuto, pur nella consapevolezza che questo libro può fare ben poco contro il complottismo sovranista dilagante, alla base del nuovo razzismo, Smulevich ha osservato però che il cosiddetto storytelling, (L’arte del raccontare storie, impiegata come strategia di comunicazione persuasiva) “ possa essere un genere molto efficace coinvolgente anche per i più piccoli.  Andrebbe fatto un lavoro serio e costante nelle scuole, ma per davvero, perché a oggi ci sono stati solo eventi episodici. Per ora solo alcuni giocatori molto intelligenti e preparati si sono impegnati a livello personale, come Koulibaly (che come Lilian Thuram ha studiato a fondo la storia dello schiavismo) o Giorgio Chiellini, Daniele Padelli, Damiano Tommasi.” Si tratta cioè di fare un programma a medio o lungo termine, una cosa poco
popolare in Italia purtroppo.