Fra mare e cielo ricordando i carcerati

Brani ad effetto de I Narranti, alla Cantina Coppa Barontini per i 300 anni chiesa S.Ferdinando. Consegnati indumenti per carcerati anch’essi colpiti da alluvione. Il parroco: dei danni alle Sughere quasi nessuno ne ha parlato. 

E’ stato un pomeriggio tutto particolare quello che la compagnia teatrale I Narranti di Pistoia, ha voluto offrire domenica 29 ottobre, agli abitanti della Venezia ed ai padri Trinitari, in occasione dei festeggiamenti per i 300 anni della chiesa di San Ferdinando. La particolarità dello spettacolo, come spiegato dalla regista Gabriella Lunardi, e’ stata nella messa in scena non tanto di una rappresentazione teatrale, ma una lettura di testi in cui il mare e il cielo sono stati protagonisti fra ironia e drammaticità. Il titolo del resto non lasciava dubbi ” Nel cuore de La Venezia tra mare e cielo “ e questi due elementi sono stati raccontati con elevata bravura interpretativa, trasmettendo al pubblico emotività dimenticate perché sopite dalla frenesia dei nostri tempi ma che, grazie alla scelta dei brani che all’ ecletticità degli interpreti, sono riaffiorate nel cuore e nella mente del pubblico. L’appuntamento realizzato presso i locali della Cantina Coppa Barontini, grazie alla disponibilità offerta dal suo Comitato, si è concluso con la donazione da parte de I Narranti, di alcuni pacchi di biancheria al cappellano trinitario delle carceri livornesi, padre Michele Sigillino. ” Desidero ringraziare i Narranti per questo loro gesto – ha dichiarato il parroco di San Ferdinando padre Emilio Kolaczyk- un contributo importante verso quelle persone recluse colpite anch’esse dall’alluvione e che hanno subito diversi danni, ma delle quali nessuno ha parlato. ” Che danni ha causato alle Sughere ? ” Sono stati allagati scantinati nei quali, oltre a materiale vario, vi erano gli indumenti dei detenuti che sono andati persi e mi ha fatto piacere questo gesto de I Narranti sempre molto vicini al nostro Ordine”. Da quanti anni siete presenti nel carcere livornese? ” Da molti anni. Come Trinitari nelle carceri svolgiamo quotidianamente, la nostra pastorale penitenziaria, con l’instaurazione di un sincero rapporto umano, fatto di ascolto e di comprensione. È un ascolto che fa proprio l’intreccio di problematiche, speranze, sbagli e sofferenze che il detenuto porta in sé e che trasmette incontrandoci “. Si anche questo sono i Trinitari che da tre secoli con la loro croce rosso-blu sono presenti a Livorno nel quartiere della Venezia e che domenica 5 novembre alle 11,00 concluderanno il loro Giubileo con una S.Messa concelebrata dal vescovo Simone Giusti.

                                                                                                                       Roberto Olivato