Il vescovo a colloquio con i profughi

Sono oltre cento nell’ex collegio trinitario tutti soddisfatti per l’accoglienza. Il vescovo Giusti in visita per auguri natalizi, ascolta le loro richieste ed aspettative, salutandoli con un arrivederci arricchito di speranza.

di Roberto Olivato

Una visita inaspettata per i centodieci profughi ospitati nell’ex collegio dei padri Trinitari in Venezia, quella che il vescovo Simone Giusti  la mattina di domenica 17 , accompagnato da padre Emilio Kolaczyk responsabile del centro profughi e parroco della chiesa di San Ferdinando, ha desiderato fare in occasione delle feste natalizie e per rendersi conto delle condizioni di vita e delle esigenze degli ospiti della struttura. Accolto dal responsabile del centro, monsignor Giusti insieme a padre Emilio ha visitato i vari locali adibiti a cucina, refettorio nonché i laboratori di sartoria, falegnameria in cui sono impegnati gli ospiti. L’incontro fra il vescovo ed una folta rappresentanza di profughi che si è svolto nel refettorio, ha visto una buona partecipazione di ragazzi. Dopo aver ascoltato il vescovo che ha ricordato il primato che la struttura Trinitaria riveste a livello nazionale, per ospitalità ed organizzazione, ha illustrato l’impegnodella diocesi nell’organizzare momenti d’incontro fra le comunità africane presenti a Livorno, presso il centro culturale africano creato a Torretta e curato d’alcuni sacerdoti delle stesse etnie. L’apprezzamento per la riunione da parte dei profughi è stato sottolineato da tutti i presenti, che dichiarandosi soddisfatti per il trattamento loro riservato dai trinitari, hanno ringraziato il vescovo per aver voluto essere fra loro. Fra le varie domande rivolte a Giusti una prevaleva su tutte, quella di riuscire ad accelerare i tempi di analisi delle domande per i permessi, ma anche quella di poter lavorare per dare senso alla loro presenza qui a Livorno. Monsignor Giusti dimostrando serio interesse alle richieste rivoltegli si è reso disponibile a creare un elenco delle capacità lavorative di tutti gli ospiti, per poterle segnalare a regioni carenti di manodopera quali Friuli e Veneto, motivando questa sua scelta: “ In provincia di Livorno ci sono circa sedicimila disoccupati e quindi è impossibile poter garantire un lavoro per chi di voi ne faccia richiesta, però nel nord est esistono potenzialità lavorative, mi attiverò in questo senso per chi si renda disponibile . Nel frattempo- ha proseguito Giusti- per chi volesse imparare un mestiere la Caritas di Livorno è a disposizione con i propri laboratori per insegnare un lavoro a chi non ha nessuna esperienza”. Al termine della riunione sono stati unanimi i ringraziamenti al vescovo per la sua presenza che ha rincuorato gli animi dei giovani ospiti. Monsignor Giusti è la prima volta che è venuto in questa comunità? “ Sono venuto in altre occasioni, ma solo in visita ai locali per rendermi conto della ristrutturazione dell’ex collegio. Oggi, grazie all’invito di padre Emilio, è stata la prima volta che ho potuto parlare con i profughi.” Le è servita questa esperienza? “ Assolutamente si, perché pur conoscendo indirettamente, la realtà presente nella struttura, oggi mi sono reso conto della volontà di questi ragazzi di poter essere utili, per dare un senso alla loro presenza qui a Livorno e mi attiverò in tal senso per non deluderli ”. Una breve visita quella del vescovo Giusti all’Impresa Opera Sociale Trinitaria srl che gestisce il centro, ma una visita che è riuscita ad accendere la speranza nel cuore dei giovani presenti che sino a ieri si sentivano abbandonati e questo in pieno clima natalizio non è poco. Forse la strada del dialogo fra Istituzioni sia cattoliche che laiche, potrebbe essere l’unica capace di attenuare in alcuni centri, le molte tensioni esistenti spuntandole sul nascere, con l’ascolto.