Ro Art batte un colpo

Nell’editoriale del 18 aprile avevamo parlato dell’iniziativa dell’Amministrazione comunale di assegnare ad una società l’organizzazione del Premio Rotonda, oggi ecco la risposta di diniego dell’Associazione Ro Art organizzatrice del Premio da oltre 20 anni.

Al Sindaco del Comune di Livorno

e p.c.

Agli Assessori competenti

Ai capigruppo del Consiglio Comunale

Al Segretario Comunale

Ai dirigenti dei settori competenti

Gentile Sindaco,

il Premio Rotonda è nato dall’associazione spontanea dei pittori livornesi che nei decenni, dopo la grande intuizione e generosità dei padri fondatori (Borgiotti, Luschi e Casali), hanno conservato e tutelato particolarità e indipendenza dell’arte per poterla comunicare ogni anno nell’area della Rotonda d’Ardenza. Le vicissitudini della gestione sono note a tutti e più volte il premio ha rischiato di essere cancellato o di interrompersi per sempre. Alla fine è prevalsa sempre la voglia di continuare e i pittori hanno trovato riscontro in sé e talora nelle amministrazioni comunali, che si sono succedute e che hanno contribuito con mezzi e contributi, lasciando comunque piena autonomia negli ultimi venti anni all’associazione Ro Art (Rotonda Arte), nata esplicitamente per conservare il premio Rotonda e presieduta fino alla morte, proprio da Nedo Luschi, uno dei fondatori.
Con un’iniziativa del tutto inaspettata e improvvisa, senza alcuna preparazione o programmazione, il Comune di Livorno ha emesso una “call”, vorrebbe dire chiamata, che scadrà il 26 aprile 2018 per reperire un altro soggetto (un’associazione culturale) con una particolarità: cioè quello di avere organizzato altre “analoghe iniziative”. Una semplice PEC inviata al Comune e l’indicazione che i progetti saranno valutati dalla pur meritoria Fondazione Trossi Uberti non rispondono alla serie di quesiti che vogliamo sottoporre all’Amministrazione Comunale e rendere pubblici con questa nostra:
1) Qual è il dispositivo o l’atto amministrativo o politico, nonché il percorso esplorativo ed istruttorio, che ha avocato al Comune di Livorno la scelta esclusiva di affidare la gestione del premio ad un soggetto terzo, che non fosse l’associazione Ro Art?
2) Quale è il titolo di proprietà da parte del Comune del Premio Rotonda, visto che la manifestazione è nata dalla spontanea iniziativa di alcuni privati nel 1953?
3) Quali sono gli atti, i protocolli o le convenzioni attivate dall’amministrazione comunale per l’avocazione esclusiva dell’organizzazione del Premio Rotonda a partire dal 2018?
4) Se esiste un titolo pubblico di proprietà del Premio Rotonda, perché è stata emessa una chiamata così generica senza l’emissione di un bando completo di tutti i requisiti e termini di partecipazione?
5) Dopo la ristrutturazione complessiva della pineta e dello chalet nella Rotonda d’Ardenza quali sono le prescrizioni tecniche per l’organizzazione complessiva e per l’uso dell’area pubblica. Perché tali indicazioni non sono state rese pubbliche contestualmente alla chiamata?
6) Quali sono i criteri di valutazione degli eventuali progetti presentati e perché non sono stati preventivamente pubblicati in un bando pubblico dotato di requisiti e capitolato, visto che la chiamata è pubblica ed ha come fine la gestione di un evento aperto al pubblico?
7) L’amministrazione comunale intende trasformare il premio in un evento commerciale, visto che nella “call” si parla di associazioni con analoghe esperienze e quindi si presume che si tratti di soggetti, che abitualmente gestiscono altri eventi analoghi con il criterio dell’organizzazione e della finalità lucrativa, atta a soddisfare le spese di personale e di mezzi (finalità evidentemente non volontaristica ed amatoriale)?
8) Per quale motivo il Comune di Livorno non ha inteso continuare o quanto meno implementare la collaborazione con l’associazione Ro Art, che è nata negli anni ‘90 esclusivamente per salvare e gestire il premio come patto tra la partecipazione dei pittori ed artisti e l’amministrazione comunale senza alcuna finalità di lucro derivante dalla conduzione abituale di analoghe iniziative culturali, se non qualche evento espositivo dedicato ai pittori associati?
9) L’amministrazione comunale intende adottare la stessa procedura per tutti gli altri premi o iniziative, che godono per la loro organizzazione come nel caso del Premio Rotonda anche di risorse pubbliche (contributi e/o spazi pubblici) e per la maggior parte del contributo di partecipazione degli artisti?
10) Come mai non è stata attivata alcuna iniziativa esplorativa o partecipativa per esprimere l’intenzione dell’amministrazione comunale di adottare tale provvedimento e la volontà pubblica è stata dichiarata soltanto a ridosso della “call” sopra detta? Quali sono i dati tecnici e/o statistici e/o le valutazioni culturali, che hanno indotto a tale decisione?

Fiduciosi in una esauriente risposta e in attesa di una convocazione per ulteriori chiarimenti per i pittori e gli artisti livornesi,

porgiamo cordiali saluti.

Per il Consiglio Direttivo dell’Associazione Ro Art

Roberto Russo
Maurizio Pupilli
Carlotta Pardini
Sebastian Korbel

ALCUNE INFORMAZIONI SU RO ART

Chi siamo

RO.ART, che negli ultimi 20 anni si è occupata dell’organizzazione del Premio, è un’associazione culturale assolutamente senza fini di lucro, che si muove esclusivamente nell’interesse degli Artisti e che non è in alcun modo riconducibile, in nessun membro del suo Direttivo, a Gallerie o ad organizzazioni che direttamente o indirettamente, possano trarre beneficio economico privato dagli artisti né dalle loro opere;

Il Consiglio direttivo attuale, liberamente eletto dall’Assemblea dei Soci, è in carica da due anni e in questo periodo, per le oggettive difficoltà che di seguito esponiamo, non ha avuto la possibilità di esprimersi compiutamente.

Che cosa è stato fatto

Il contesto nel quale si è trovato ad operare il nuovo direttivo per il biennio 2016/2017, è stato costellato di difficoltà, ripetiamo, oggettive, dovute a fattori di diversa natura.

Il primo anno siamo entrati in carica a primavera inoltrata con tempi estremamente stretti per poter dare una svolta al trend che, nell’ultimo decennio, ha visto una progressiva riduzione del numero dei partecipanti col conseguente abbassamento dell’asticella della selezione qualitativa e relative conseguenze. Ciò nonostante, abbiamo voluto dare un segno tangibile di discontinuità col passato ed abbiamo proceduto ad una radicale revisione delle spese e delle entrate. In tempi non sospetti i membri pittori del Consiglio Direttivo hanno deciso di rinunciare al box espositivo intero, unico “benefit” per l’impegno profuso, in favore del quarto di box, riducendo nel complesso il budget (dati i tagli e/o le riduzioni dei contributi effettuati dagli abituali partner del premio), le spese ed il gravame economico sui partecipanti.

Le difficoltà che abbiamo incontrato nell’anno successivo, il 2017, sono storia recente. I lavori che (finalmente) hanno portato al restauro dello Chalet, hanno impedito che la manifestazione si potesse svolgere nella sua sede naturale, come da sempre era avvenuto in passato. Abbiamo discusso, anche animatamente, ma sempre nel reciproco rispetto, con i rappresentanti delle Istituzioni, per trovare una location, che ci consentisse di non rinunciare alla manifestazione e dare un segno di continuità nel rispetto dei padri fondatori; Mario Borgiotti, Nedo Luschi e Renzo Casali. Dopo aver rigettato proposte non appropriate, secondo il nostro punto di vista, come l’assolato parcheggio asfaltato di fianco alla Fortezza Vecchia, siamo riusciti ad ottenere, in accordo con l’Assessore alla Cultura e grazie all’Autorità portuale, seppur con molti vincoli e ulteriori tagli di contributi (dai 15000 euro del 2015 siamo passati a 5000 euro), uno spazio all’interno della fortezza stessa. Anche in questo caso, tra mille difficoltà e con tempi lesinati, siamo riusciti ad apportare ulteriori miglioramenti nell’interesse degli artisti, così come esposto nel bilancio consuntivo 2017, che conferma l’apporto economico maggioritario dalle quote di partecipazione degli artisti.
Inoltre:

1) Abbiamo dato seguito, come già nel 2016, alla rinuncia del box intero per i membri del direttivo;

2) abbiamo ottenuto, interpellando più fornitori, per i beni e servizi a noi necessari, importanti sconti (cataloghi, noleggio gazebo, ecc.). Abbiamo revisionato completamente la realizzazione del catalogo, dimezzando quasi la spesa per la realizzazione.

3) abbiamo rinunciato a gran parte dei rimborsi, addirittura per le spese vive (carburante, telefono) sostenute per la gestione organizzativa;

4) fino dal 2016 abbiamo quasi azzerato le spese di rappresentanza. Non sono stati più scelti, ad esempio, ristoranti assai costosi per il pranzo con i rappresentanti della giuria, al costo di molte centinaia di euro, ma comunque un dignitoso pranzo di lavoro nel rispetto di tutti i soci Ro.Art a prezzi notevolmente diversi.

Tutto quanto sopra ci ha permesso per il 2017 , con nostra grande soddisfazione e nonostante i contributi di sponsor inesistenti e delle istituzioni sempre più esigui, di ridurre notevolmente, quasi dimezzare la quota media di partecipazione al premio che da circa 400 euro, è scesa a circa 200.

Inoltre sono stati rivisti tutti i criteri organizzativi e le modalità di promozione, che erano obsolete e poco aderenti alle esigenze di comunicazione contemporanea, rifacendo completamente il sito internet e la promozione sui social media. E’ stata consolidata la collaborazione con gli uffici comunali e con il museo “Fattori” per armonizzare e valorizzare il contributo tecnico e tecnologico della macchina pubblica.