Elezioni: l’autocritica dell’Udc

 

di Roberto Olivato

A distanza di alcuni giorni dalle elezioni abbiamo voluto sentire alcuni protagonisti del territorio, che alle ultime elezioni non sono riusciti a superare il turno. Iniziamo da Luigi Coppola, segretario provinciale dell’Udc, che in quest’ultima tornata elettorale si è presentato col centrodestra sotto il simbolo di “Noi con l’Italia Udc”. ” Per noi non è difficile commentare le sconfitte politiche,

d’altra parte, quando la militanza e l’impegno sono testimonianza identitaria e valoriale e non interessi di altro genere, mettiamo sempre in conto di poter perdere, soprattutto nel mondo di oggi, dove tutto è più veloce e non vi è il tempo per approfondire le questioni. Purtroppo, talvolta, ciò avviene anche in modo pesantissimo, come è accaduto il 4 marzo” Quali sono secondo lei i motivi di questa sconfitta? ” I motivi di tale debacle possono essere molteplici. Il progetto di “Noi con l’Italia-UDC” con l’ambizione di raggiungere la soglia di sbarramento al 3% è fallito, inutile girarci intorno”. La sua schiettezza le fa onore, abituati come siamo alle arrampicate sugli specchi ” Non vi sono alibi, tanto meno giustificazioni, la responsabilità è sempre di chi perde. Il popolo vota ed il suo giudizio in una democrazia evoluta è sovrano e non discutibile. Facciamo i nostri complimenti ai veri vincitori, il M5S ed in particolare alla Lega per il successo conseguito, entrambi hanno dimostrato grande capacità di intercettare il consenso. L’unico dato positivo per noi è che il centrodestra unito abbia ottenuto un risultato soddisfacente, anche se i numeri non permetteranno di poter guidare in piena autonomia il governo del paese “. Quale segretario provinciale Udc come vede il futuro nella nostra provincia? “Per quel che riguarda l’ambito territoriale di tutta la provincia di Livorno, senza dubbio, per la prima volta il PD, erede del PCI-PDS-DS, non ha più l’egemonia consolidata in oltre 70 anni, con probabili conseguenze per le amministrative del 2019. Comunque non è certo il momento di leccarsi le ferite, ma di riflettere sul futuro di tutta un’area moderata, che da queste elezioni è uscita inesorabilmente ridimensionata “.