Una marcia per non dimenticare

Giovedì 23 Maggio la Comunità di Sant’Egidio ha organizzato l’annuale giornata cittadina per la pace, in ricordo dei bombardamenti che nel 1943 colpirono Livorno e in ricordo delle guerre attuali.

di Roberto Olivato

Parlando di marcia della memoria sarà bene rinfrescarci la memoria appunto, specialmente per ai giovani che a volte si trovano a partecipare a manifestazioni senza conoscerne le origini e le motivazioni. A venirci in aiuto sono i dati dell‘Istoreco (istituto storico della resistenza e della società contemporanea) di cui riportiamo uno stralcio: L’incursione aerea più disastrosa per Livorno fu quella del 28 maggio 1943. Il centro della città subisce il primo vero “bombardamento a tappeto”, quello temuto ma che nessuno pensava mai dovesse accadere. Pochi minuti dopo il suono delle sirene, Livorno viene sconquassata dal lancio delle bombe, sommersa dal ferro e dal fuoco, i tetti, le mura, edifici interi saltano in aria, le macerie ricadono e producono ulteriori danni e vittime. Secondo quanto scritto dal generale di Corpo d’armata Orlando, comandante generale della protezione civile antiaerea (UNPA), alle 11.30 di quella mattina (per pochi minuti) e successivamente alle 12.15 (per la durata di un quarto d’ora), circa 60 aerei dell’aviazione americana si abbattono sulla città e l’intera zona portuale, provocando ingenti danni a stabilimenti e attrezzature militari. Vengono colpite gravemente la Stazione marittima, Piazza del Voltone, Piazza Magenta, Via Maggi, Via Baciocchi, Via Marradi, Via Montebello, Viale Regina Margherita, Via Erbosa (oggi Via Solferino e Via Mastacchi), la Venezia, il porto e la zona industriale. Sempre secondo i rapporti della Prefettura, i morti accertati ammontano in poche ore a 225 (di cui 13 militari) mentre i feriti raggiungono il numero di 232, numero però destinato a salire dopo poche ore quando si contano 280 decessi a causa della morte di alcuni ricoverati in ospedale. Una bomba colpisce in pieno la parte di strada degli Scali d’Azeglio sotto la quale era stato allestito un rifugio dove rimangono sepolte circa cento persone. Non meno pesanti sono i danni che derivano dalla distruzione dei fabbricati del Genio Civile e dell’Unione industriale, così come i danni alla Centrale telefonica, letteralmente sepolta dalle macerie, e al Palazzo del Governo: alla fine del bombardamento si conteranno 150 edifici distrutti, 300 danneggiati e circa un migliaio lesionati”.

L’itinerario della memoria, partirà giovedì 23 maggio alle ore 17.00 da Piazza del Municipio e si concluderà sugli Scali d’Azeglio.